Ho sempre vissuto ad Aquilinia anche se in realtà il paese dove vivo si chiama Stramare, ma ormai è stato inglobato in un’unica frazione di Muggia. L’Aquila è sempre stata presente nella mia vita in vari modi; sonoro, con il fischio della sirena dei turni in particolar modo il turno pomeridiano che precedeva la “južna” come dicevano i miei nonni, ovvero la merenda composta solitamente da caffelatte con pane e marmellata e ogni tanto con la polenta e zucchero, spaziale, in quanto le mura dell’Aquila delimitavano lo spazio dei giochi anche nel bosco dove trascorrevo la maggior parte delle mie ore da bambino con i miei amici a costruire dighe nel “potok”, a monte del fiumiciattolo c’era il “muro” dell’Aquila, in realtà era ed è una zona di serbatoi interrati risalenti alla seconda guerra mondiale e poi l’aspetto visivo che lo ricordo con il colore arancione della torcia perennemente accesa, tra ragazzi la chiamavamo “fiaccola”, che si rifletteva sulle nubi d’inverno con quella leggera intermittenza che successivamente incontrai nelle ambientazioni di Blade Runner. Mio papà ci lavorò per qualche mese da giovane prima di partire militare. L’Aquila è presente in modo potente nell’immaginario di Muggia, anche perché per arrivarci da Trieste la si attraversa, ovvero si attraversa quello che ne rimane. Quasi un anno fa proposi all’Associazione delle Compagnie del Carnevale Muggesano di realizzare la visita virtuale della mostra dei costumi allestita al Museo Carà di Muggia e da lì ebbe inizio tutto.
Oggi è stato reso pubblico il tour virtuale della mostra sull’Aquila realizzato nei mesi scorsi.
https://www.fluido360.com/virtualtour/aquila/