Adesso la donna col fazzoletto mi risulta imprescindibile. Forse tutta questa igiene del non sperare è un po’ ridicola. Non aspettarsi niente dalla vita per non rischiarla; darsi per morto per non morire. Improvvisamente tutto questo mi è sembrato un letargo spaventoso, molto inquieto; voglio che finisca. Dopo la fuga, dopo aver vissuto senza prestare attenzione alla fatica che mi distruggeva, raggiunsi la calma, le mie decisioni forse mi riporteranno al passato, ai giudici; lo preferisco, piuttosto che questo letargo da purgatorio.


È iniziato tutto otto giorni fa. Allora registrai il miracolo dell’apparizione di queste persone; la sera fremetti vicino alle rocce dell’ovest. Mi dissi che era tutto volgare: il tipo “bohemien” dalla donna e il mio innamoramento tipico da solitudine accumulata. Tornai le due sere seguenti: la donna c’era; cominciai a trovare che l’unica cosa miracolosa era questa; poi vennero i giorni fastidiosi dei pescatori, durante i quali non la vidi, del barbuto, dell’inondazione, del riparare i danni dell’inondazione. Oggi, di sera…


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