Prima di lasciare la sfera Lunare, Astolfo viene condotto da San Giovanni in un palazzo vicino al quale scorre un fiume. Le stanze sono piene di velli di lino, seta cotone o lana, di vari colori e alcuni più belli altri meno. Chi li fila sono le Parche; i velli più belli sono scelti per ornare il paradiso, quelli più brutti vengono usati per fare le corde che legano i dannati. Sui velli c'erano delle piastre in ferro, argento o oro con impressi dei nomi. Un vecchio leggero e veloce (il Tempo) raccoglie le piastre e le porta via per gettarle nel fiume dell'oblio che scorre accanto al palazzo, il Lete. Lì sono destinati a perdersi, esclusi quelli che due bellissimi cigni prendono nel becco; essi poi li consegnano ad una ninfa che ha il compito di appenderli nel tempio dell’immortalità. [leggi] |