(CANTO QUATTORDICESIMO)
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Or l'alta fantasia, ch'un sentier solo
non vuol ch'i'segua ognor, quindi mi guida,
e mi ritorna ove il moresco stuolo
assorda di rumor Francia e di grida,
d'intorno il padiglione ove il figliuolo
del re Troiano il santo Impero sfida,
e Rodomonte audace se gli vanta
arder Parigi e spianar Roma santa.
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Venuto ad Agramante era all'orecchio,
che già l'Inglesi avean passato il mare:
però Marsilio e il re del Garbo vecchio
e gli altri capitan fece chiamare.
Consiglian tutti a far grande apparecchio,
sì che Parigi possino espugnare.
Ponno esser certi che più non s'espugna,
se nol fan prima che l'aiuto giugna.
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Già scale innumerabili per questo
da' luoghi intorno avea fatto raccorre,
ed asse e travi, e vimine contesto,
che lo poteano a diversi usi porre;
e navi e ponti: e più facea che 'l resto,
il primo e il secondo ordine disporre
a dar l'assalto; ed egli vuol venire
tra quei che la città denno assalire.
(...)
98
(...) il re Agramante avea la fanteria
messo ne' borghi di Parigi, e sotto
le minacciate mura in su la fossa,
per far quel dì l'estremo di sua possa.
99
Chi può contar l'esercito che mosso
questo dì contro Carlo ha 'l re Agramante,
conterà ancora in su l'ombroso dosso
del silvoso Apennin tutte le piante;
dirà quante onde, quando è il mar più grosso,
bagnano i piedi al mauritano Atlante;
e per quanti occhi il ciel le furtive opre
degli amatori a mezza notte scuopre.
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