È stato, un’altra volta, come se non mi avesse visto. Non commisi altro errore che quello di restarmene muto e lasciare che si ristabilisse il silenzio.
Quando la donna arrivò alle rocce, io guardavo a ponente. Stette immobile, cercando un luogo dove distendere la coperta. Poi camminò verso di me. Allungando il braccio, avrei potuto toccarla. Questa possibilità mi fece orrore (come se si trattasse del pericolo di toccare un fantasma). Nel suo prescindere da me c’era qualcosa di spaventoso. Tuttavia, sedendosi al mio lato, mi sfidava e, in un certo senso, metteva fine a questo prescindere.
Tirò fuori un libro dalla borsa e rimase a leggere. Approfittai della tregua per rasserenarmi.
Poi, quando la vidi lasciare il libro, alzare lo sguardo, pensai: “Prepara un approccio”. Questo non si produsse. Il silenzio aumentava, inevitabile. Compresi la gravità di non interromperlo; ma, senza ostinazione, senza motivo, rimasi in silenzio.


Nessuno dei suoi amici è venuto a cercarmi. Forse non ha parlato loro di me; forse la rende inquieta la mia conoscenza dell’isola (per questo la donna torna quotidianamente, simulando un episodio sentimentale). Non mi fido. Sono pronto a scoprire la cospirazione più silenziosa.
Ho scoperto in me un’ inclinazione a prevedere le brutte conseguenze, esclusivamente. Si è formata negli ultimi tre o quattro anni; non è casuale; è fastidiosa. Che la donna ritorni, la vicinanza che cerco, tutto sembra indicare un cambio troppo felice da immaginare… Forse ho dimenticato la mia barba, i miei anni, la polizia che mi ha tanto perseguitato, che ancora mi starà cercando, ostinata, come una maledizione efficace. Non devo concedermi speranze. Scrivo questo e mi sorge un’idea che è una speranza. Non credo di aver insultato la donna, ma forse sarebbe opportuno riparare un’offesa. Che fa un uomo in queste occasioni? Manda fiori. È un progetto ridicolo… ma le pacchianerie, quando sono umili, ottengono tutto il governo del cuore. Nell’isola ci sono molti fiori. Al mio arrivo restavano alcuni mazzetti intorno alla piscina e al museo. Sicuramente potrei fare un’aiuola nel praticello che circonda le rocce. Forse occorre la natura per arrivare all’intimità della donna. Forse mi serve per farla finita con il silenzio e la cautela. Questo sarà il mio ultimo espediente poetico. Io non ho mescolato colori; di pittura non ne capisco quasi niente… Confido, tuttavia nel poter fare un lavoro modesto che denoti una passione per il giardinaggio.


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