Elementi per la costruzione di realtà alternative. Il Barocco e le Avanguardie |
IL METATEATRO
Stabilire un’analogia tra la vita umana e la rappresentazione teatrale
significa anche mostrare sulla scena i meccanismi di cui si avvale la
finzione scenica, in un gioco di specchi tipicamente barocco che cambia
le prospettive di visione, i ruoli di osservatore ed osservato, le qualità
di realtà e illusione e così via. Il teatro nel teatro nel barocco. La lezione di Shakespeare. Ma il gioco di scambi, rimandi e sovrapposizioni di piani può
complicarsi a piacimento, così come accade ad esempio nel Sogno
di una notte di mezza estate di William Shakespeare (1564-1616), dove
un gruppo di umili artigiani vuole rendere omaggio ai novelli sposi Teseo
e Ippolita recitando durante il banchetto di nozze la molto lamentevole
commedia con la crudele e tristissima morte di Piramo e di Tisbe 1. Dopo
essersi spartiti le parti, il gruppo si ritrova nel bosco del parco del
palazzo per una prova: In questo caso la finzione scenica è duplice: una radura fa le
veci del palcoscenico, il quale, a sua volta, deve rappresentare il bosco
dove avviene il dramma. e poi propone una soluzione che ci sembra più necessaria a rassicurare
gli attori che il pubblico: La confusione e la perplessità non riguarda quindi solo la natura
della mimica ma anche l’apparato scenografico e il rapporto attore/personaggio:
il grande dubbio di Cotogna è come portare nella stanza del palazzo
il chiaro di luna e il muro con la crepa attraverso cui i due protagonisti
del dramma organizzano la loro fuga d’amore. E a proposito del muro: Questi curiosi personaggi sembrano da un lato dei bambini non cresciuti,
per il bisogno che essi sentono di stabilire ad alta voce i ruoli che
oggetti e persone assumono di volta in volta, proprio come fanno i bimbi
quando giocano da soli e in compagnia. Dall’altro sembrano degli
adulti che non sono mai stati bambini, quasi si fossero dimenticati del
potere dell’immaginazione che durante l’infanzia ci permette
di accettare senza batter ciglio che la scopa sia un cavallo. Questo è
il gioco magico del teatro, un compromesso tra fantasia e convenzione
che trasforma il rapporto tra soggetti/oggetti della vita reale e soggetti/oggetti
di una vita immaginata, da analogia ad identità, dal “come
se fosse” in “è”. Ma è un accordo tacito:
nel momento in cui viene dichiarato, l’incantesimo si rompe, non
è più magia ma solo un trucco ben eseguito, non è
più emozionante ma semplicemente interessante e l’attenzione
di colui che assiste si sposta dal contenuto alla forma, dal messaggio
al mezzo e alla qualità dell’esecuzione. L’assurdità è che nemmeno i personaggi della commedia
nella commedia hanno un gran potere di astrazione: Ed agli astanti non resta che rimboccarsi le maniche: e stare al gioco degli attori compartendo ironicamente le loro perplessità
e proponendo soluzioni sceniche…surreali: Il punto più interessante sta nella confusione tra spettatori,
attori e personaggi (il personaggio di Piramo è interpretato da
Bottone): Siamo davanti alla sensazione di vertigine e meraviglia che da uno specchio che si riflette nell’altro. Chi è il riflesso e chi il riflettente? E in questo caso, chi è l’attore e chi lo spettatore? Bottone è sia interprete del personaggio di Piramo che spettatore “privilegiato” (in quanto sa già cosa accadrà nella commedia). Pur essendo allo stesso livello di Teseo (con lui scambia informazioni circa l’azione drammatica) è nello stesso tempo attore sul palcoscenico e quindi osservato da Teseo. Inoltre essi sono tutti personaggi della commedia di Shakespeare alla quale noi spettatori stiamo assistendo. Il metateatro delle avanguardie. Lo spazio teatrale. Con il sorgere delle avanguardie storiche l’idea del metateatro
torna poco a poco a far parte della poetica drammaturgica e contemporaneamente
assume nuove connotazioni. Ma si dovranno aspettare gli anni ’60 perché il pubblico
prenda effettivamente parte all’azione scenica (happenings); fino
a quel momento l’unica eredità che si raccolse dalle teorie
futuriste fu un semplice ampliamento dello spazio teatrale. Pirandello,
infatti, con i Sei personaggi in cerca d’autore (rappresentata per
la prima volta nel 1921) non abbatte totalmente la famosa parete che separa
finzione e realtà. I suoi personaggi si limitano a stare seduti
in platea, ad entrare dal foyer, a salire e scendere dal palcoscenico,
ma non si “accorgono” che c’è un pubblico vero
che li sta osservando: essi sono convinti di trovarsi in un teatro vuoto
durante le prove di una compagnia che deve mettere in scena una commedia
di Pirandello. Dal punto di vista strettamente scenografico la differenza tra l’illusione
barocca e quella contemporanea delle avanguardie viaggiano su binari paralleli
ma in direzioni opposte. Nel barocco il Teatro compie un’operazione
di illusionismo su se stesso, cercando di riprodurre la realtà
esterna all’edificio teatrale e di inserirsi in essa in maniera
naturale e più o meno discreta, compiendo un “percorso mentale”
dall’interno all’esterno. È come se il personaggio
e la scena tentassero di appropriarsi delle funzioni vitali umane e delle
qualità peculiari della realtà per confondersi con essa.
In epoca contemporanea invece la scenografia dà dignità
alle strutture tecniche e meccaniche proprie del teatro: esse sono importanti
almeno quanto la figura dell’attore e per questo non vanno nascoste
ma messe in mostra. Permettere al pubblico di vederle significa aprirgli
le porte del mondo del teatro, è consentirgli di accedere in una
zona tradizionalmente interdetta. Spingere gli spettatori a calarsi nella
realtà quotidiana del teatro e degli attori comporta, quindi, un
“percorso mentale” che va dall’esterno verso l’interno.
Le due grandi tematiche intorno a cui ruota El público sono il
conflitto interiore personale dell’autore, ma estendibile a tutto
il genere umano contemporaneo e le considerazioni intorno al teatro; i
due argomenti sono strettamente legati tra loro, così come lo sono
nei Sei personaggi, opera con cui García Lorca è certamente
entrato in contatto durante il periodo in cui frequentò la Residencia
de Estudiantes di Madrid. P. Raffa fa un’osservazione sulla “patologia” dei personaggi: Questa trovata permette a Pirandello di approfondire degli argomenti di natura teatrale strettamente tecnica, come per esempio lo scarto incolmabile tra il Personaggio e l’Attore - cioè il fatto che un attore non potrà mai rappresentare perfettamente il personaggio che interpreta, né esteriormente né interiormente - o l’univocità del punto di vista a cui costringe per definizione la forma teatrale, che cancella la varietà e molteplicità della vita interiore umana rappresentata dal personaggio.
La critica alle convenzioni teatrali di García Lorca, non si centra
solo sul rapporto autore/dramma da rappresentare, ma, sulla scia delle
avanguardie, coinvolge una terza figura, il pubblico appunto e su questa
scarica la responsabilità maggiore del decadimento del genere.
e che ciò che avviene sulla scena è vero almeno quanto
ciò che accade nella realtà: La contrapposizione violenta tra la rappresentazione convenzionale, che
García Lorca chiama teatro al aire libre e il dramma autentico,
ovvero il teatro bajo la arena, ha come effetto che alcuni personaggi
de El público si comportino in maniera opposta a quelli pirandelliani,
così desiderosi di eternarsi in una forma: essi si ribellano rifiutando
il ruolo ma soprattutto la forma che si sono visti imporre, più
che dall’autore, dalle aspettative della società. Se il Director, all’inizio della vicenda, vuole passare per un
sostenitore accanito del teatro al aire libre (¡Mi teatro será
sempre al aire libre! 21), lo abbiamo già visto, è per un
essenziale motivo di sopravvivenza sia personale che collettiva (¿Qué
hago con el público si quito las barandas al puente? Vendría
la mascara a devorarme. 22). Ma il teatro bajo la arena è una sorta
di “bestia nera” che vive nascosta nei sotterranei dell’edificio
teatrale e che comincia a manifestarsi dal momento in cui l’Hombre
1 costringe il Director a spogliarsi delle apparenze passando dietro al
paravento, facendo così precipitare gli eventi. Ciò che desidera Julieta è amare con amore vero, anche
se questo dura solo un momento, in quanto è l’unica cosa
che le permetterà di essere viva e felice già che questo
è il suo personaggio: E più avanti: Il richiamo al passo dei Sei Personaggi di Pirandello, analizzato più
sopra, in questo caso è esplicito. Il problema è che le
attitudini di Julieta e di Romeo del teatro bajo la arena sono molto diverse
e meno “ideali” di quelle volute dalla tradizione (e secondo
García Lorca più vicine alla verità): se i cavalli
non temono di dichiarare che vogliono andare a letto con Julieta per placare
il loro desiderio: Julieta, da parte sua, si rifiuta di soccombere inerme ad un basso impulso
che la società maschera con le istituzioni o con il romanticismo:
La scena del sepolcro, nell’intreccio de El público, crea
un putiferio tra gli spettatori i quali reagiscono in maniera violenta:
bloccano le uscite del teatro, chiedono la morte del direttore di scena,
si lanciano all’inseguimento dei “colpevoli” negli anfratti
e nei cunicoli oscuri dell’edificio teatrale e fanno loro ripetere
la scena del sepolcro davanti ad un giudice prima di assassinarli. Lo
spazio scenico in cui si svolge il Cuadro quinto, è dominato da
un nuovo protagonista, il pubblico e ricorda la piazzetta del teatro tradizionale
(ma anche i boschi incantati dei poemi barocchi) dove i personaggi si
incrociano, si aggiornano sull’accaduto, tramano i loro intrighi,
spettegolano sui vicini, scappano, si nascondono e si inseguono. (F. Angelini
osserva che in epoca barocca: Possiamo dividere il pubblico che partecipa al dramma di García
Lorca in due fazioni principali. La prima è composta da coloro
che sostengono il teatro convenzionale, ne accettano i pregiudizi come
dati di fatto ed è rappresentata dai personaggi de Las Damas e
del Muchacho 1. Travolti dai tumulti e calati in un’atmosfera da
incubo, si sono smarriti nel labirinto del “dietro le quinte”
e, mentre cercano disperatamente un’uscita, esprimono i loro giudizi
sulla scena del sepolcro. Non hanno colto il messaggio, la loro opinione
si ferma alla “messa in scena” e si appoggia su un moralismo
costruito e scontato: Qui, per revolución si intende la novità del teatro bajo
la arena il quale non si deve arrogare nessun diritto ad intromettersi
nella vita intima e personale di ciascuno di noi. Questo gruppo pretende
che ciò che viene presentato sia il più aderente possibile
alle apparenze: forse perché la sua inettitudine è tale che non sa andare
oltre le apparenze: Come non ricordare, di fronte a questo sfogo, la compagnia di attori
improvvisati nel Sogno d’una notte di mezza estate di Shakespeare
e i loro ridicoli dubbi, o meglio la loro totale ignoranza, intorno alle
regole della finzione scenica? Essi dunque non si schierano pubblicamente in difesa del teatro bajo
la arena, preferiscono osservare gli eventi, discuterli come dei veri
spettatori e soprattutto attendere l’esito della rivolta rimanendo
all’interno del teatro, in quanto, paradossalmente, lo sentono come
l’unico posto in grado di proteggerli: Essi si sono resi conto che la reazione violenta del pubblico è
stata causata dal tradimento delle sue aspettative: la Giulietta “ideale”
è stata tolta di mezzo e al suo posto il direttore ha preferito mettere qualcuno che sapesse
cos’è il vero amore, infischiandosene di quale sia l’aspetto
e l’essenza dei soggetti coinvolti in questa sentimento, perché: È il prezzo della verità che il pubblico si è abituato
a non pagare: Per García Lorca il Teatro che parla di se stesso fornisce una
magnifica lezione di vita, di rispetto e di amore verso il prossimo, di
tutela di ogni forma di sentimento genuino e sincero. Poco prima infatti avevano affermato che Quando si accettano le regole della finzione scenica queste valgono sempre
e per tutte le cose e gli esseri che si trovino sul palcoscenico, per
cui non ci si deve stupire quando, per esempio, un uomo che monta in piedi
su di un tavolo pretende di essere considerato come un alpinista che scala
una montagna. Conta il significato e non il modo o il mezzo attraverso
cui si manifesta. Nel caso de El público, nel teatro della vita,
se si accetta l’amore come sentimento genuino si deve ammettere
anche che esso si manifesta in maniera pura e dignitosa tra le creature
di qualsiasi natura e non ci si deve per esempio scandalizzare se Non ci sono eccezioni se vi è sincerità e questo gli studenti
de El público l’hanno capito: Gli studenti, inoltre, espongono la loro opinione sul modo in cui dovrebbe
partecipare il pubblico a teatro: L’intromissione fisica nel dramma da parte del pubblico (si pensi
alle serate futuriste) non può che seminare il caos, togliere all’evento
qualsiasi pretesa di insegnamento, spostare l’attenzione dal messaggio
ad un atto totalmente impulsivo, imprevedibile e fine a se stesso. Al
pubblico viene chiesto di essere attivo, nel senso di riflessivo, nei
confronti di ciò che gli autori propongono, di adempiere al suo
ruolo di spettatore (fondamentale perché la magia del teatro si
compia in ogni sua parte) attento e disposto a cimentarsi in una critica
costruttiva e formativa, già che ciò che vede materializzarsi
davanti ai suoi occhi non è fantasia ma la sua stessa vita:
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